19/12/2013 Galerija Krka - Ljubljana
RAZSTAVA - ART EXHIBITION - MOSTRA
Testi
La morte dell’eroe è il titolo di una delle più recenti opere di Claudio Palčič. Essa possiede tutta la drammaticità, la forza, la potenza di cui è capace la sua pittura. In essa è possibile ritrovare l’intensità cromatica, l’incisività del segno, l’attenzione compositiva; il senso del dolore e l’idea del riscatto quali l’artista sa esprimere, in una dimensione epica dell’uomo che affonda le sue radici nel più lontano passato, per venire a parlarci del più urgente presente.
Sia nelle pitture sia nelle sculture di Palčič capita spesso di incontrare personaggi o strane creature provenienti dal mondo mitologico o da quello leggendario: eroi, cavalli, esseri fantastici e non, sospesi tra la terra e il cielo, tesi tra le forze del bene e del male, tra impossibili aspirazioni di onnipotenza e inevitabili sconfitte.
Può succedere di incontrare le figure di Sisifo e di Icaro accanto a Pegaso e al Carro del Sole che ci richiamano subito alla mente le loro sfide temerarie e le loro irrealizzabili imprese; o ci si può trovare di fronte a dei lupi mannari, quali improvvise, minacciose apparizioni in grado di turbare i nostri sonni tranquilli.
Capita altresì di incontrare figure di uomini e donne dai tratti tormentati, come alla ricerca di una perenne risposta; uomini e donne che urlano silenziosamente e drammaticamente la loro costrizione, i limiti della loro condizione.
Quella di Palčič non è un’arte puramente evocativa, né tanto meno narrativa: è un’arte in cui linguaggio astratto e figurativo, nella sovrapposizione dialettica di segni, disegno e colori, si contendono il risultato di un’espressione che rimane sempre e volutamente sospesa a livello di significato.
Il non detto diviene in tal modo un preciso strumento atto a coinvolgere lo spettatore, il quale, di fronte ad esso, non può non sentirsi chiamato in causa e non può esimersi dal prendere posizione, dal momento che lo spazio bianco, il segno, l’astrazione informale sono luoghi aperti all’interpretazione e all’immaginazione. E’ così che dalle citazioni mitologiche si può giungere a considerare le più umane vicende riguardanti il nostro vivere quotidiano e contemporaneo; ed è così che da un’atmosfera carica di tragedia può emergere un sentimento di ribellione, forse anche un senso di liberazione: nella condivisione di un’esperienza, nella partecipazione ad un’espressione, ad un’arte che appare sempre condotta con determinato impegno e puntuale rigore. Pure laddove la riflessione sull’uomo è velata di sottile ironia; o laddove il dramma lascia spazio ad un’aria di più lieve fantasia.
Franca Marri
Cenni biografici
Opere
Mostre